14 ottobre 2009 – Coniugare il mondo al futuro, di solito, è roba per poeti, sognatori e visionari. Ma la scienza è invadente, capace di inventare addirittura una rete mondiale di osservatori che studiano mode e tendenze e, manco a dirlo, provano ad anticipare il futuro. I trendwatcher (in italiano sarebbero gli osservatori di tendenze) si sono dati appuntamento a Capri per il primo Festival internazionale del futuro. Da domani al 17 ottobre gli osservatori metteranno a confronto i loro rapporti e scommetteranno sugli anni a venire.
Cosa ci aspetta domani? Saremo un po’ più «Supergreen», ovvero ricchi di coscienza ambientalista, con il concetto di sostenibilità che starebbe ridefinendo i comportamenti e gli stili di vita. Ma ci sarà anche un ritorno al bello, all’estetica applicata alle piccole cose. Saremo, cioè, condizionati dalla contaminazione sempre più frequente tra arte, fashion, design e merci. Gli oggetti del quotidiano diventeranno più carini, alzi la mano chi non ne sarà contento. Eppoi ci sarà una riscoperta delle città. Basta fughe in casolari e masserie: la tendenza sarà quella dell’Urban Signs. Quella che gli esperti definiscono come l’insieme di «segni e comportamenti creativi di fruizione attiva delle città che stanno risignificando gli spazi urbani quali nuovi luoghi di espressione sociale». In pratica si tornerà nelle città e si cercherà di adattare gli spazi alle reali esigenze di tutti i giorni. Basta con il predominio degli urbanisti, domani vorremo città utili e non solo belle. Per capire dove andremo gli osservatoritengono sotto controllo 21 cittàchiave del mondo: Amsterdam, Anversa, Banga lore, Beijing, Beirut, Berlino, Bogota, Buenos Aires, Londra, Johannesburg, Madrid, Milano, Mosca, Napoli, New York, Parigi, Santiago del Cile, Seoul, Shanghai, Stoccolma, Tokyo. Due le città italiane (appunto Napoli e Milano) ognuna individuata per una specificità.
Ma le letture del mondo possono essere diverse e, per questo, gli osservatori provengono da diversi settori. Intorno al tavolo si ritroveranno imprenditori, architetti, fashion designer, artisti, intellettuali. Dalla guru delle tendenze Li Edelkoort allo scrittore di fantascienza Bruce Sterling, dallo stilista avantgarde Walter Van Beirendonck all’imprenditore etico Marco Roveda, dall’architetto impegnato sul fronte della sostenibilità Mario Cucinella al fotografo e regista Francesco Jodice, per arrivare all’antropologo dello streetstyle Ted Polhemus. Apertura dei lavori affidata al ministro del Turismo, Maria Vittoria Brambilla. E perché proprio Capri? «E il luogo per eccellenza della riflessione colta ed erudita spiegano gli organizzatori spazio dell’immaginazione e della progettazione intellettuale, sarà l’ideale punto di incontro per tutti coloro che vorranno discutere del presente per delineare i contorni del futuro prossimo». Patrocinato dalla Fondazione Capri, il Festival (ospitato alla Certosa di San Giacomo) quest’anno sarà dedicato alle tendenze emergenti negli stili di vita con una mappatura delle mode prossime venture. Un evento fortemento voluto dalla Fondazione che, costituita nel marzo 2009, ha come fondatori, imprenditori, albergatori, commercianti e professionisti di Capri ed Anacapri, presieduti da Gianfranco Morgano e da Antonio Cacace.
Il poeta
GIACOMO LEOPARDI
«Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?». La domanda del Passeggere al Venditore d’Almanacchi è una speranza di futuro. Il sabato che il villaggio vuole vivere con gioia.
Lo scrittore
GEORGE ORWELL
II padre del «Grande fratello» ma anche l’ideatore della «Fattoria degli animali» dove il maiale inventa la regola: «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Intuizioni per un futuro che vorremmo lontano ma che sentiamo incombere.
Lo scienziato
ISAC ASIMOV
Biochimico nato in Russia e divenuto celebre negli Stati Uniti. Isac Asimov ha scritto le celebri «Cronache del futuro» e teorizzata le tre leggi della robotica. All’epoca si disse che era fantascienza, oggi sono alla base delle regole della cibernetica. Profetico.
L’artista
LEONARDO DA VINCI
Inventare l’elicottero e il paracadute senza neppure sapere che gli uomini, un giorno, li avrebbero battezzati in sua vece. Pittore, letterato, scultore, architetto, scienziato. In tutto Leonardo da Vinci è stato spinto dalla curiosità, la molla che lancia verso il futuro.
Il libro
DALLA TERRA ALLA LUNA
Un razzo lanciato dalla Terra alla Luna. Immaginarlo nel 1865 (104 anni prima che avvenisse davvero) è nel genio di Giulio Verne.
Il film
BLADE RUNNER
«Cose che gli umani non potrebbero nemmeno immaginare». II cupo futuro raccontato da Ridley Scott e Philip K. Dick
La canzone
LA BALLATA DELLA MODA
Anni ‘60: Luigi Tenco cantava dei condizionamenti che ognuno di noi subisce dagli spot. Attualità vecchia di cinquant’anni.
L’intervista
«Studiando Napoli scopriremo le città del domani»
La sociologa Marinoni: in Campania l’intero territorio diventa narrazione
L’IMMAGINE ufficiale del Capri Trendwatching Festival la ritrae circondata da pupazzetti colorati (dai Sette nani a Tigro) che farebbero la gioia di qualunque bimbo. Elena Marinoni, docente di Sociologia dei consumi, è la curatrice della rete degli osservatori «Tomorrow now».
Scusi ma i pupazzetti?
«Il riflesso di una tendenza che ho colto qualche anno fa. Sono una collezionista di questi che ormai sono divenuti oggetti di culto. Proprio come quelli che studiamo».
Chi sono i trendwatcher?
«Rappresentanti di diverse categorie professionali che inseriti nella vita vera delle loro città, cercano di decodificare i messaggi, spesso complessi, che ogni giorno vengono proposti. In base alle loro rilevazioni si individuano le tendenze che troveremo nel futuro».
Dove avvengono le ricerche?
«Abbiamo individuato 21 città campione. Ognuna ha una sua specificità e la capacità di anticipare o recepire prima degli altri una novità. Anversa è, ad esempio, capitale indiscussa della moda; Bangalore città fondamentale per capire come evolveranno le nuove tecnologie; le realtà del Nord Europa dettano il trend per l’urbanistica».
E Napoli?
«Città di grandissima vitalità, fondamentale per capire come evolveranno alcuni stili di vita».
Cioè?
«Napoli è la città che meglio di tutte esprime alcuni concetti della “Urban signs”, i segnali che ognuno di noi lascia nelle città. C’è un uso creativo della fruizione degli spazi pubblici, una riconversione e una riappropriazione che rendono la città una vera e propria narrazione. Napoli in questo detta una tendenza tutta da scoprire».
Ma, concretamente, come si svolge l’attività di un osservatore?
«Ci sono due livelli. La prima è la fase di desk. Attraverso giornali, riviste, siti, blog e tutto quello che è informazione si individuano filoni di studio. Poi ci sono i rapporti che arrivano da tutto il mondo. Gli osservatori verificano come vive la gente, cosa consumano, come si rapportano tra di loro e con l’ambiente. L’importante è che si legga sempre la vita vera».
A medio termine che trendci riserverà il futuro?
«Ci sono tre aspetti che focalizzeremo a Capri. In primo luogo la diffusione del “pensiero verde” e il concetto di sostenibilità che sta ridefinendo alcuni stili di vita; poi c’è quello che noi abbiamo ribattezzato “Daily aesthetics”, il gusto e l’estetica che diventano pratiche del quotidiano, come nel design delle merci; infine gli “urban signs”, la capacità di lasciare un segno attivo nella città che si vive».
A che settori si applicano le previsioni?
«Ai consumi, al marketing, alla moda. Ma in realtà gli studi degli osservatori servono a tutti coloro che voglio capire il pensiero di un territorio».
Anche ai politici?
«Perché no. Se avvertono che c’è uno scollamento rispetto alla gente».
Perché la scelta di Capri come sede del Festival?
«Anticipare le tendenze è da sempre la vocazione dell’isola. Per questo siamo contenti dell’idiziativa della Fondazione Capri e vorremmo che divenisse sede permanente dell’evento».
sa. sa.
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